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Sono due le idee-forza di questo libro. La prima, nella sua semplicità, può apparire addirittura provocatoria. Lo studio della letteratura serve, serve a fare molte cose: dalle attività forse più ovvie (scrivere una canzone, una pubblicità) a quelle quasi inattese (orientarsi nel proprio territorio), passando attraverso le virtù oggi tanto di moda dello storytelling (personale, aziendale, politico...). La seconda idea-forza è che la letteratura debba essere insegnata tenendo nella massima considerazione le competenze, attuali e potenziali (comunque reali), degli studenti. In particolare, la sperimentazione nazionale chiamata Compìta fornisce utili indicazioni a chi nella scuola d'oggi davvero voglia mettere al centro del processo di apprendimento - suggerisce il pedagogista Federico Batini - non le griglie disciplinari ma la soggettività di chi apprende.